Ho un amico che questa mattina ha preso un volo. Ha preso un volo per una destinazione lontana. Con la moglie. Il biglietto del ritorno ce l’ha fissato per il 24 dicembre anche se potrebbe cambiare
Torneranno in tre, con un bimbo di 4 anni e mezzo che forse non immagina il significato delle parole: Italia, famiglia, Natale, volo, nuova vita. Eppure quando atterreranno a Milano tutto cambierà e piano piano questa parole diventeranno le più importanti della sua esistenza.
Non vi starò a spiegare chi è il mio amico, perchè hanno compiuto questa scelta ed altro. Non vi dirò quanto lo stimo per una decisione così difficile ed in salita. Non starò qui a dilungarmi su quanto mi faccia rabbia che una coppia sposata per bene, con tanto amore da donare debba stare in ballo mesi, anni per avere la gioia di un figlio nella propria casa e debba andare lontano per averlo, stare sotto i riflettori per anni, e sotto il controllo degli assistenti sociali per 10 anni dall’inizio della loro nuova vita. Non dirò una parola su quanto sia difficile spiegare ad un ufficio delle risorse umane che non tutti i bambini arrivano in modo “normale” e che l’aspettativa è importante, la retribuzione sarebbe un diritto e che la scrivania sarebbe un dono al ritorno da un viaggio che ha poco della vacanza.
Vi dirò solo che l’ammirazione e la speranza sono due sentimenti che in questo momento vorrei li accompagnassero in questo viaggio e che la gioia diventi una costante delle loro giornate a tre!
La leggo oggi da lontano ma domani si parte (ritorno il 24)
GRAZIE